Michael Gruenbaum, detto Misha, ha 8 anni quando la sua infanzia tranquilla viene sconvolta dall’occupazione nazista di Praga. La sua famiglia viene dapprima obbligata a spostarsi nel ghetto poi, dopo la morte del padre, Michael, sua madre e la sorella vengono deportati nel campo di Terezín. All’arrivo, li separano.
Misha vive nella Stanza 7 dell’edificio L417 assieme ad altri 40 bambini per due anni e mezzo. Un luogo piccolo e inospitale, dove sono costretti a convivere con la fame e la disperazione. In quel dolore un ragazzo ha lo sguardo della speranza e della forza: è Franta, un ventenne che diventa il loro punto di riferimento. È lui a forgiare il loro spirito di squadra: «Non lasceremo che nulla ci separi dalla nostra umanità». Si fanno chiamare Nesharim, (aquile in ebraico) e si sostengono a vicenda in una straordinaria storia di coraggio.
Si comincia a sussurrare di convogli che partono da Terezín per altri campi di lavoro, serpeggiano i nomi di Auschwitz e Birkenau ma nessuno dei ragazzi sa realmente cosa siano. Molti degli amici di Michael vengono deportati. Anche Misha viene fatto salire su un convoglio insieme alla sorella e alla mamma ma è solo grazie all’astuzia di quest’ultima che i tre, alla fine, avranno salva la vita. Michael verrà liberato nel maggio del 1945, quando ha quasi 15 anni.